IO, ELVIS

IO, ELVIS
A cura di Ilaria Solazzo

Per la foto si ringrazia il fan club ufficiale di ELVIS

Si tende spesso a sottovalutare l’importanza della musica e delle figure che l’hanno resa una delle forme d’arte più amate dall’uomo fin dalla notte dei tempi. Tuttavia, anche nel campo musicale esistono dei nomi che fanno indiscutibilmente parte della storia, non solo per il loro successo e i milioni di dischi venduti ma anche per l’enorme impatto culturale che hanno avuto su un generazioni e generazioni di individui. Uno di questi nomi è senza dubbio quello di Elvis Presley: più che un musicista o un artista, una vera e propria leggenda che tutt’oggi, a oltre quarant’anni dalla morte, sembra più viva che mai… tanto che in molti lo ritengono addirittura ancora vivo. E sicuramente lo è, nel cuore di molti! Ma chi era Elvis? Tutti conoscono le sue canzoni. In questo libro edito da DIARKOS e scritto da Paolo Borgognone dal titolo “IO, ELVIS”, lo scrittore ha cercato di raccontarci la storia di “The King” da un punto di vista più umano: buona lettura!

L’8 gennaio 1935 nasceva a Tupelo, nel Mississipi, Elvis Presley.

“Capire chi fosse Elvis Aaron Presley è un’impresa lunga e faticosa. La sua vita è stata breve, certo, appena quarantadue anni, ma ricca: di passione, dischi, successi, cadute e ricadute, ragazze, film, amici, registrazioni, ossessioni, viaggi, famiglia, paure, note, avventure, generosità, religione, disperazione, automobili, pillole, amore. È una storia che dentro ha tante storie: quella del bambino che a due anni scimmiotta i grandi che cantano in chiesa, unendosi a un gospel che non comprende ancora; che, timido e impacciato a undici anni, per sbaglio o quasi, sale su un palcoscenico e scopre di starci alla grande; che un giorno entra in una sala di registrazione, spaventato e sfrontato insieme, per incidere un disco da regalare alla mamma, o almeno così dice; che una volta, senza quasi accorgersene, inizia a muoversi mentre canta e lo fa in un modo mai visto, che spaventa i reazionari, manda i bigotti a pregare e cambia il mondo; che si affida come manager a un tipo strano, forse un assassino dicono alcuni, che non vive chiuso in ufficio, non mette mai la cravatta, neanche al suo funerale, e lo renderà ancora più grande; che si ritrova alla radio, in tv e al cinema, circondato, osannato, deriso, insultato, minacciato, idolatrato senza quasi capire perché. Che è troppo: troppo bianco per i neri, troppo nero per i bianchi, troppo ricco, troppo bello, troppo famoso, troppo generoso, troppo desiderato, troppo autodistruttivo; che sale sul tetto del mondo (dove si è soli anche quando si è circondati da una folla di persone) e da lì, lentamente, inesorabilmente, inizia a scivolare giù, sempre più giù, senza niente o nessuno a cui appigliarsi per attutire il colpo; che spende, spande ed è costretto a cantare e cantare e cantare quando vorrebbe, probabilmente, solo chiudere gli occhi; che alla fine, come tutti forse, ma a lui fa più male, morirà solo, l’unica condizione che gli faceva davvero paura”.

Dal libro “Io, Elvis” di Paolo Borgognone

IO, ELVIS. La parabola immortale di The King

La tremenda povertà della sua nascita, la morte del gemello durante il parto, il bullismo subito a scuola nell’infanzia, gli esordi della carriera quando veniva paragonato (e discriminato) ad una persona di colore, la sua stravaganza durante il primo grande successo e la chiamata alle armi. Bullismo e pregiudizi ai quali ha sempre risposto con la sua disarmante semplicità condita con un sorriso che in molti hanno cercato di imitare, senza mai riuscirvi pienamente. La dicotomia tra l’artista sul palco e il ragazzo, l’eterno semplice ragazzone americano della vita di tutti i giorni. Che si fa accettare facendo quello che tutti fanno durante il periodo di leva nonostante il nome già altisonante: pulire le latrine o fare i servizi di tutti i giorni, anche se ad ogni movimento centinaia di ragazze lo seguono urlando. Il destino segnato tra eccessi, alcool, droghe e pillole su pillole. Farmaci necessari per reggere la pressione di un mondo che voleva il suo Elvis, senza lasciare la scelta all’uomo Elvis di come vivere. Il libro racconta la sua salita verso l’apice della fama che, analizzata in un’ottica alternativa, rappresenta un percorso anche al contrario: una discesa tra i tormenti e la paura di un uomo semplice: Elvis, il più grande. La vicenda umana su questa terra, forse (e sottolineiamo “forse”), finisce tragicamente il 16 agosto del 1977… ma il mito ancora ci circonda ed ispira generazioni a ripetizione. Il libro contiene classifiche e raccolte di dischi rari ed introvabili, elenchi di canzoni descritte attraverso aneddoti e curiosità.

Dettagli inerenti il libro

Autore: PAOLO BORGOGNONE.
Titolo: “IO, ELVIS”.
Collana: RITMI.
Argomento: MUSICA E SPETTACOLO.
Uscita in libreria: 24/02/2022.
Pagine: 464.
Prezzo: 19.00.
Formato: 14.00×21.00 cm.
Legatura: brossura con alette.
EAN: 9788832176339.
Casa editrice: DIARKOS.

Dove poter acquistare il libro online

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Sito web della casa editrice

DIARKOS

Info su Paolo Borgognone

Paolo Borgognone è nato a Roma nel 1962. Dopo il liceo classico frequenta la Facoltà di lingue e letterature straniere alla Sapienza di Roma. Giornalista pubblicista dal 1993, ha accompagnato alla carriera di traduttore e addetto stampa per un Ente pubblico, la passione per la musica. Nata nel 1976 ascoltando – in primis – i Queen. Separato e con una figlia vive e lavora a Roma.

Contatti social dell’autore

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Un libro che racconta la vita della pietra miliare della musica rock di ogni tempo.

Scheda tecnica del libro

IO, ELVIS | DIARKOS

Elvis Aaron Presley (8 gennaio 1935 – 16 agosto 1977) è stato un cantante e attore statunitense. Considerato come una delle icone culturali più significative del 20 ° secolo, è spesso indicato come “Il Re del Rock and Roll”, o semplicemente, “Il Re”.

Presley è uno dei musicisti più celebri e influenti del 20 ° secolo. Di successo commerciale in molti generi, tra cui pop, blues e gospel, è l’artista solista più venduto nella storia della musica registrata, con vendite stimate di circa 600 milioni di unità in tutto il mondo. È stato nominato per 14 Grammy competitivi e ne ha vinti tre, ricevendo anche il Grammy Lifetime Achievement Award all’età di 36 anni, ed è stato inserito in più sale di fama musicale.

INTERVISTA

ILARIA – Benvenuto Paolo. Partiamo subito con la prima domanda. Quando hai scelto di intraprendere la professione di scrittore?
PAOLO – “Scrittore” mi sembra una definizione molto generosa. Io penso di essere soltanto qualcuno che racconta storie, facendo tanta ricerca e affidandosi a una molteplicità di fonti, a volte discordanti. Scrivere, comunque, così come leggere, è sempre stata una passione. Ricordo che verso i 16 anni, con un amico, passavamo giorni a mettere inchiostro sulle pagine inventando storie fantastiche (e molto ingenue per quello che ricordo) sulle persone che conoscevamo. Era solo una scusa per abbandonare i libri (mi avevano rimandato in matematica, ma che strano!) però col senno di poi sembra davvero un seme gettato lì e che poi è cresciuto.

Apr 03, 1965; Hollywood, CA, USA; Actor ELVIS PRESLEY a Johnny Tyronne star in the musical comedy ‘Harum Scarum directed by Gene Nelson. Mandatory Credit: Photo by Metro Goldwyn Mayer/ZUMA Press. (©) Copyright 1965 by Courtesy of Metro Goldwyn Mayer

ILARIA – Perchè hai scelto di dedicare un libro proprio ad Elvis?
PAOLO – La musica è una passione per me, mi accompagna di continuo: prima di questo libro ho scritto la biografia di Freddie Mercury, mio idolo fin dalla giovinezza. Quanto a Elvis Presley, non è solo un interprete di canzoni immortali – oltre che attore di discreto successo e performer dal talento straordinario – ma un archetipo del rock and roll che ha incarnato perfettamente coi suoi vizi e stravizi, le cadute, i voli, il grande successo e l’infinita solitudine… parlare di lui mi ha permesso di raccontare, anche se solo brevemente è chiaro, di come fosse il mondo ai suoi inizi e come sia cambiato. Anche grazie a questo ragazzo di Memphis, timido e impacciato fuori dal palco, ma che lì sopra si trasformava e che ha influenzato tutti quelli che sono venuti dopo di lui.

ILARIA – Elvis ancora oggi è un mito per tante generazioni. Tu attraverso il tuo libro su cosa hai voluto porre l’accento?
PAOLO – Ho cercato di accostarmi ad un personaggio così grande con umiltà, senza mai giudicare – non spetta al biografo farlo, a mio avviso – ma, invece cercando di dire tutto: le capacità straordinarie e le manie, la genialità e le debolezze. Credo sia importante non idealizzare mai un personaggio, ma renderlo, anzi, umano e terreno come anche Elvis – perfino Elvis – era… E quello che mi ha colpito, e infatti è l’incipit del libro, è come ancora oggi ci siano legioni di fan, spesso nati dopo la sua scomparsa, che lo seguono, lo amano, lo idealizzano. Come se i 45 anni dalla sua morte non fossero passati.

ILARIA – Descrivi il tuo libro “Io, Elvis – La parabola immortale di The King” usando sette aggettivi…
PAOLO – (In rigoroso ordine alfabetico): appassionato; coinvolgente; informato; lungo; piacevole; scorrevole; sorprendente… almeno me lo auguro!

ILARIA – Qual è il messaggio che lanci ai giovani autori che come te vogliono pubblicare dei libri?
PAOLO – Pubblicare è difficile. Sappiamo che il mondo, vorrei dire l’Italia in particolare ma non prendetemi per un pessimista, legge poco. Ma se sentite questo desiderio, se mettervi davanti a un foglio, una macchina da scrivere, un computer, vi emoziona e vi trasporta lontano, fatelo sempre. Poi, se qualcuno leggerà meglio, altrimenti avrete fatto qualcosa di bello per la vostra anima. Non mi sembra poco.

ILARIA – Sogni nel cassetto?
PAOLO – Ormai comincio ad essere vecchietto per sognare troppo. Ho speranze, ovviamente, come tutti. Oggi la prima parola che ci viene in mente davanti a questa domanda è “pace”, chiaramente. A questa accosterei “opportunità” nel senso che vorrei che tutti, a prescindere da dove sono nati, dove vivono, dall’istruzione che hanno ricevuto, potessero essere trattati con uguale giustizia ed avere le medesime chance di realizzarsi.

ILARIA – Progetti futuri?
PAOLO – Scrivere, scrivere, scrivere: sto già lavorando ad un altro libro (top secret per ora, diciamo che non sarà un musicista stavolta) e le idee per fortuna non mancano. Fino a che le forze ci sostengono…

ILARIA – Invia un saluto ai nostri lettori…
PAOLO – Ci sono tante cose che vorrei dire, ma evitiamo le paternali che sono noiose! Allora, grazie se vorrete leggere questo libro, grazie di aver letto queste parole e continuate a seguire Ilaria che ha un bel mondo da far scoprire a tutti noi…

ILARIA – Grazie Paolo per essere stato mio ospite.
PAOLO – É
stato un piacere… rock on!!!

Storia e vita del Re del Rock and Roll

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CURIOSITA’

Quali sono le migliori canzoni di Elvis Presley?

Nonostante la sua prematura scomparsa, avvenuta a soli 42 anni, Elvis ci ha regalato alcune delle più grandi canzoni rock di sempre. Alcune di essere sono entrate di diritto nella storia della musica nonché nell’immaginario collettivo, grazie anche ai numerosi film, ai concerti e alle trasmissioni televisive che hanno visto Elvis protagonista. Ma quali sono i suoi pezzi migliori? Dirlo con obiettività è impossibile… noi, però, sceglieremmo questi cinque:

Suspicious mind

Elvis e Priscilla si erano sposati da due anni quando il Re compose questa canzone. Il “sospetto” di cui parla è un chiaro segnale che le cose, nella coppia, avessero già iniziato a scricchiolare. Uno dei momenti immancabili di ogni suo concerto.

If I can dream

A due mesi dall’assassinio di Martin Luther King, Elvis entrava in studio per incidere questo suo personale tributo all’eroe dei diritti civili degli afroamericani. Una delle migliori performance vocali del Re nonché uno dei suoi pezzi più sentiti e sinceri.

In the ghetto

Sul finire degli anni ’60, con il fenomeno Beatles in piena esplosione, i giovani consideravano ormai Elvis come una sorta di reliquia. Ma il Re riuscì comunque a tirare fuori dal cilindro un pezzo del genere, pieno d’energia e di grande sensibilità sociale.

Jailhouse Rock

Scritta da Jerry Leiber e Mike Stoller in occasione dell’uscita dell’omonimo film del 1957, questo pezzo è stato protagonista di uno dei video rock più memorabili di sempre; l’ambiguità del suo testo, inoltre, ancora oggi fa discutere milioni di fan in tutto il mondo…

Can’t help falling in love

Il pezzo che chiudeva, puntualmente, tutte le esibizioni dal vivo di Elvis. Un pezzo sognante e malinconico, scritto nel 1961 per il film Blue Hawaii. Un vero e proprio inno all’amore più puro, ripreso poi negli anni da decine di artisti, tra i quali Bob Dylan e gli U2.

2022 © RIPRODUZIONE RISERVATA.

Questa intervista è stata rilasciata telefonicamente dallo scrittore Paolo Borgognone alla giornalista pubblicista Ilaria Solazzo. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633).

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