Momkong pseudonimo di Mohammed Ighoubriouen, è un cantante di origine algerina, nato a Tizi-Ouzou il 3 settembre 1996, sotto il segno zodiacale della Vergine. Alto un metro e settantacinque centimetri, pesa circa settanta chili, ha occhi e capelli castani. Ama scrivere storie di vita comune in cui ognuno si può rispecchiare e riconoscere nella quotidianità. L’artista Mom ama creare canzoni che attirano l’attenzione degli ascoltatori affinché quel testo possa ricordare la loro storia. Su instagram vanta, ad oggi, ben 60 mila follower.
“La vita vale sempre la pena di viverla, col sorriso sulle labbra e se c’è l’amore vale ancora di più”. cit. Momkong.
INTERVISTA
ILARIA – Presentati brevemente ai lettori…
MOMKONG – Sono italo-algerino. Quando ero piccolo mio padre decise di spostarsi in Italia per lavoro. Io rimasi in Algeria con mia mamma e mia sorella fino al compimento dei miei 6 anni. Nel 2002 decidemmo di raggiungere mio padre a Monesilio (Cn). Iniziai a frequentare la prima elementare in Piemonte, insieme a mia sorella. Mia sorella nonostante fosse più grande di me di un anno entrò nella mia stessa classe a causa del problema linguistico. Alle superiori io e lei optammo per percorsi differenti, lei scelse il liceo scientifico, mentre io ottenni la qualifica di metalmeccanico dopo i primi tre anni di studio. Mia sorella dopo il liceo partì per Parigi per proseguire lì i suoi studi in giurisprudenza. Mia madre, grande donna e lavoratrice, si è sempre adoperata per la famiglia lavorando in qualità di assistente agli anziani per varie case di riposo, pur di non farci mancare mai nulla… oggi, finalmente si gode un po’ di meritato riposo. Mio padre, invece, lavorava e lavora tuttora alle Pietre di Langa.
ILARIA – Hai un nome d’arte inusuale, che lascia il segno… lo hai ideato tu?
MOMKONG – No. Il mio nome d’arte è stato inventato da due miei amici. “Mom” è l’abbreviazione del mio soprannome “Momo” e “Kong” deriva dal film “King Kong”, perché dicono che quando mi incazzo prendo le sue sembianze. (Ride).
ILARIA – Se diamo un’occhiata al passato, qual è il sentimento che maggiormente prevale?
MOMKONG – Ti rispondo con alcuni versi di Marianne Williamson: “La nostra paura più profonda è di essere potenti oltre ogni limite. È la nostra luce, non la nostra ombra, a spaventarci di più”. Con il senno di poi posso dirti che, in alcune circostanze, ho avuto paura di brillare, cioè di essere inadeguato, di essere giudicato in maniera scorretta. Col tempo ho capito che il giudizio degli altri non deve ostacolarmi la carriera e non deve crearmi problemi nella sfera privata.
ILARIA – C’è qualcosa di te, del tuo carattere o della tua personalità che chi ti segue non ha mai conosciuto?
MOMKONG – Il mio senso dell’umorismo, la voglia di scherzare e di essere leggero (non superficiale!). La mia capacità di mettermi in gioco e di cambiare, se necessario. Per esempio, quando credo in una “causa”, lo faccio con tutto me stesso, ma poi posso anche cambiare idea se le conoscenze ed i fatti mi portano a scoprire che non è così come pensavo. Decidere, pensare, agire con la massima onestà dì intenti e buona volontà è uno dei valori che mi caratterizza.
ILARIA – Sei un ragazzo ben informato sui fatti di cronaca, ciò denota una tua predisposizione alla cultura a 360 gradi.
MOMKONG – Io seguo tutto. Non amo l’ignoranza. Essere informati acconsente di saper stare accanto a chiunque senza correre il rischio di fare magre figure. Con grande interesse ho prestato attenzione in questi giorni ai risvolti relativi a Stefano Cucchi, sette processi e tre inchieste: la complessa storia giudiziaria che sembrava la storia infinita.
ILARIA – Anche tu quindi, come tanti di noi, dal 2009 segui il suo caso?
MOMKONG – Sì. Chi lo ha ucciso non merita il rispetto di nessuno di noi. Sette processi, tre inchieste, due pronunciamenti della Cassazione. La storia umana di Stefano Cucchi, geometra romano arrestato per droga e morto una settimana dopo all’ospedale Pertini di Roma nell’ottobre del 2009, è anche una storia di cronaca giudiziaria molto complessa. Un calvario umano quello di Stefano, durato una settimana, a cui si aggiungerà quello giudiziario che la sorella Ilaria e la famiglia affronteranno prima nel silenzio di tutti e poi con la solidarietà anche istituzionale. Certe cose non dovrebbero mai accadere. MAI.
ILARIA – Finalmente chi ha sbagliato ha ricevuto la condanna. Ti fa piacere?
MOMKONG – Sì. La Cassazione condanna a 12 anni i due carabinieri che hanno ucciso Cucchi. Fu omicidio preterintenzionale. Lo hanno deciso i giudici della Quinta sezione penale della Suprema Corte dopo una camera di consiglio durata 5 ore. Nessuno di noi dovrebbe essere vittima di simili atrocità. Sono vicino alla famiglia Cucchi. L’amore della sorella Ilaria ha dimostrato che la verità finalmente è venuta a galla.
ILARIA – Passiamo a qualcosa di più leggero. “La Pupa e il Secchione Show” è giunta alla 3° edizione. Conduce Barbara D’Urso. Lo stai seguendo in TV?
MOMKONG – Sì. Barbara è sempre la numero uno. Il reality è divertente. I concorrenti li trovo variegati.
ILARIA – Quali sono le serie di Netflix che ultimamente hanno catturato le tue giornate?
MOMKONG – Sono due. “Community” e “Sons of Anarchy”. “Community” è una serie TV creata da Dan Harmon. Racconta le vicende Jeff Winger, un avvocato con la licenza sospesa, intenzionato a conquistare l’ex attivista politica Britta Perry. Per farlo creerà un fittizio gruppo di studio, al quale, tuttavia, si associeranno altri studenti. Nonostante le loro diverse età, caratteri e personalità, il gruppo cresce insieme e tutti sviluppano una stretta amicizia gli uni con gli altri. Sit-com scoppiettante, particolarmente apprezzata da tutti. Mentre “Sons of Anarchy” è una serie televisiva statunitense ideata da Kurt Sutter e trasmessa per sette stagioni dal 2008 al 2014 da FX. La serie narra le vicende di una banda di motociclisti organizzata nel club Sons of Anarchy ed è ambientata nella città immaginaria di Charming, situata nella Contea di San Joaquin in California. Sette stagioni di pura adrenalina condite da un intreccio infinito di bugie e complotti, oltre ad un cast stellare. Vi consiglio assolutamente di vederla.
ILARIA – Sei uno di quelli che comprano tanto da Amazon?
MOMKONG – Sì. Trovo di tutto. Amazon è il più grande rivenditore di prodotti di diverso genere al mondo. Su Amazon si comprano online tantissimi prodotti. Ho comprato dei regali per i miei genitori… loro fanno tanto per me ed io adoro stupirli con sorprese originali ogni mese.
ILARIA – L’intervista o le interviste, sono basate sui pettegolezzi, le chiacchiere di gossip o fatti di: Moda, Arte, Cinema, Musica, Teatro, Intrattenimento e News 24… servono per far parlare di sè. A te piace essere intervistato costantemente?
MOMKONG – Sì. Amo far parlare di me. Voglio che i lettori ed i fans mi conoscano sotto ogni sfaccettatura.
ILARIA – Puoi dare un consiglio a chi intende intraprendere la tua stessa carriera?
MOMKONG – Tenersi lontano dalla vita fatta di eccessi, le droghe e la sregolatezza portano a patologie pericolose. Chi ama la musica deve concentrare energie solo su di essa.
2022 © RIPRODUZIONE RISERVATA
Questa intervista è stata rilasciata telefonicamente dal rapper Momkong alla giornalista pubblicista Ilaria Solazzo. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633).