RENATO CASARO SUPER OSPITE DI NEWS MAGAZINE ITALIA.

Un’artista che ha saputo trasporre, disegnandola, l’anima di un film in un manifesto, il tutto mentre lo stesso era ancora in lavorazione, potendo spesso contare solo su qualche fotografia di scena e su un formidabile intuito comunicativo. Ultimo protagonista di un’arte ormai scomparsa, Renato Casaro assurge a simbolo di quella scuola italiana di cartellonisti del cinema, dove perizia tecnica, creatività, genio e istinto erano le garanzie e il valore aggiunto per il successo di innumerevoli film nazionali e internazionali.

Il sodalizio di Casaro con il cinema inizia quando, ancora ragazzo, crea le grandi sagome, pezzi unici dipinti a mano, che venivano collocate all’ingresso del Cinema Teatro Garibaldi e del Cinema Esperia di Treviso. A 19 anni, nel 1954, parte per Roma dove trova lavoro nello studio di Augusto Favalli e dove rimane per circa un anno e mezzo imparando le tecniche ed i “trucchi del mestiere”. “Criminali contro il mondo” (1955) è il suo primo manifesto ufficiale. Nel 1957, sempre a Roma, apre uno studio a proprio nome.

Artigiano di genio, sin dagli esordi Casaro misura la sua arte con quanto Cinecittà ed il cinema internazionale andavano proponendo. Via via il suo stile conquista grandi registi e Hollywood: Jean-Jacques Annaud, Dario Argento, Marco Bellocchio, Ingmar Bergman, Bernardo Bertolucci, Luc Besson, John Boorman, Tinto Brass, Liliana Cavani, Francis Ford Coppola, Milos Forman, Costa-Gavras, Pietro Germi, Claude Lelouch, Ugo Liberatore, Sergio Leone, Sidney Lumet, Anthony Mann, Mario Monicelli, Francesco Rosi, Alberto Sordi, John Sturges, Giuseppe Tornatore, François Truffaut, Carlo Vanzina, Carlo Verdone. Lui è il mio super ospite di oggi.

Sito ufficiale di Renato Casaro

L’artista – Renato Casaro (casaro-renato-art.com)

Opere – Renato Casaro (casaro-renato-art.com)

INTERVISTA

ILARIA – Ciao Renato e benvenuto su “News Magazine Italia”. Un onore ed un privilegio indescrivibili. Sono felicissima di averti, oggi, mio ospite su questo magazine. Sei un illustratore italiano eccezionale, conosciuto a livello internazionale per i tuoi manifesti e per le tue locandine cinematografiche oltre che per le tue pitture e le tue stampe artistiche. Cosa si prova ad essere così famosi?
RENATO – Ho lavorato tutta la vita nel settore cinema, diventare famosi significa aver lavorato bene e si prova un certo orgoglio.

ILARIA – Sei considerato uno dei più importanti, influenti ed innovativi cartellonisti cinematografici italiani. Hai realizzato, nel corso della tua lunga carriera, migliaia di opere dedicate alla settima arte divenendo molto popolare anche all’estero. Tra i tanti attori e registi che hai incontrato nel corso della tua lunghissima carriera, a chi ti senti più legato?
RENATO – Direi un po’ tutti, ma particolarmente a Sergio Leone.

ILARIA – Inizi la tua carriera artistica a 17 anni, nel cinema Garibaldi di Treviso, dove realizzi gratuitamente delle locandine per le pellicole in opera in cambio dell’ingresso in sala. Inizialmente riproducevi e ti ispiravi ad altri illustratori dell’epoca. Cosa suscita in te, oggi, il ricordo di quel ragazzino agli esordi?
RENATO – Il ricordo dei 17 anni e la mia ossessione per arrivare dove sono arrivato oggi con tenacia e determinazione suscitano in me dei ricordi variegati.

ILARIA – Nel 1953, all’età di 18 anni ti sposti a Roma dove effettuerai un anno di lavoro come volontario presso lo Studio Favalli e solo due anni più tardi aprirai il tuo primo studio privato a Cinecittà, diventando il più giovane cine-pittore in Italia. La prima commissione fu un poster per un film russo su Romeo e Giulietta. Ci puoi descrivere le emozioni che provasti in quei momenti?
RENATO – La prima grande emozione nel vedere la mia opera stampata e poi visibile sui muri delle cittá mi portò tanta gioia.

ILARIA – Ha firmato le prime illustrazioni cinematografiche come C. Renè per poi passare alla firma R. Casaro, perché?
RENATO – Firmai RENÉ perché mia madre fin da piccolo mi chiamava così. Poi cambiai nel mio nome vero nome ovvero Renato Casaro.

ILARIA – Nel 1965 ottieni il tuo primo successo internazionale grazie ai keyart (poster e locandine) diffusi in tutto il mondo per il film “La Bibbia” del 1966, prodotto da Dino De Laurentiis. Per la prima volta i tuoi poster giunsero fino al Sunset Boulevard di Hollywood. Raccontaci…
RENATO – Arrivare al Sunset Blvd di Hollywood era il massimo per un giovane promettente, fu il mio battesimo sulla scena internazionale.

ILARIA – Negli anni successivi lavori con i grandi nomi del cinema tra cui Claude Lelouch, Francis Ford Coppola, Wolfgang Petersen, Bernardo Bertolucci, Luc Besson, Franco Zeffirelli, Rainer Werner Fassbinder e presso le principali case produttrici a Los Angeles e New York. Ti chiedo un aggettivo per ognuno di loro.
RENATO – Lavorando con grandi registi e produttori hai la possibilità di esprimerti al massimo perché tutti ti danno ispirazione e tutti ti chiedono il meglio, quindi é sempre una sfida. Ognuno di loro è stato un punto di riferimento speciale ed unico.

ILARIA – Rimane salda la tua collaborazione con Sergio Leone, per cui realizzi quasi la totalità delle locandine dei suoi film. Particolarmente famosi in Italia quelli legati al filone spaghetti western e divenuti oramai cult movie, come “Per un pugno di dollari” e “C’era una volta in America”, e tutti i film legati alla coppia Bud Spencer e Terence Hill. Oltre all’ambito lavorativo, tra voi, scoppiò una grande amicizia?
RENATO – Come detto prima con Sergio Leone ho avuto un rapporto particolare realizzando quasi tutti i suoi film. Avevamo un reciproco rispetto. Con Terence Hill e Bud Spencer nacque un’amicizia molto professionale. Fra NOBODY alle BOTTE DI NATALE erano tante “botte” divertenti durate più di 25 anni.

ILARIA – Nel 2019 sei stato chiamato dal regista Quentin Tarantino per collaborare al progetto dei “poster vintage fittizi” realizzati appositamente per il film “C’era una volta a… Hollywood”. Una vita, la tua, ricca di novità. Una tua giornata tipo?
RENATO – Lavorare con Tarantino fu una esperienza eccezionale. Fu Super! La mia giornata tipo? Inizia prevalentemente al mattino. Il pomeriggio lo riservo per pensare.

ILARIA – Assistere nel 2020 al docufilm “L’ultimo uomo che dipinse il cinema” diretto da Walter Bencini con Dario Argento, Carlo Verdone, Enrico Vanzina e Aurelio De Laurentiis interamente dedicato alle tue opere, che effetto ti ha fatto?
RENATO – Il documentario di Walter Bencini ha avuto grandi premi internazionali e quindi per me molta visibilità. E’ stato grandioso.

ILARIA – Tanti i premi ed i riconoscimenti a te rivolti… Nel 1983 vincitore del premio “Cinema e Società” come miglior cartellonista; nel 1988 “Ciak d’oro” come miglior manifesto per “Opera” di Dario Argento; nel 1991 “Ciak d’oro” come miglior manifesto per “Il tè nel deserto” di Bernardo Bertolucci; nel 1991 “Promo Immagine Cinema” come miglior manifesto per Nikita; nel 1992 “Jupiter Awards” come miglior manifesto per “Balla coi lupi” di Kevin Costner. Per te ognuno di loro ha lo stesso identico valore?
RENATO – Si, certamente. È una conferma delle mie fatiche. Evidentemente ho saputo svolgere in maniera impeccabile ogni mio singolo lavoro.

ILARIA – Coltivi la passione per il disegno fin da giovane, ma la mancanza di scuole e corsi ti fanno crescere inizialmente come un autodidatta. I tuoi artisti di riferimento sono stati gli altri illustratori di locandine dell’epoca, in particolare Norman Rockwell e Angelo Cesselon, di cui cercavi di riprodurre le opere per esercitarti e comprenderne il processo produttivo e le tecniche. Hai avuto occasione successivamente di conoscerli dal vivo?
RENATO – Non essendoci scuole particolari ho dovuto studiare gli artisti del settore, ne ho conosciuti molti e mi hanno insegnato tantissimo. A loro sono molto riconoscente.

ILARIA – Le tue illustrazioni sono state realizzate principalmente con l’ausilio di pennello ed aerografo. Sei considerato tra i migliori aerografisti italiani. Cosa ti senti di consigliare ad un giovane che desidera poter dar vita ad una carriera come la tua?
RENATO – Certamente con il digitale é cambiata la forma di fare pubblicità, quindi ho difficolta a dare consigli su un’arte ormai passata. Ad ogni modo, devo dirti con onestà, che durante la grande mostra a Treviso ho capito che vi è tuttora un’interesse enorme sull’arte da me svolta durante la mia lunghissima carriera. Ne sono rimasto positivamente stupito.

ILARIA – Se tu potessi fare un regalo all’umanità per cosa opteresti?
RENATO – Mi sento molto “piccolo” per confrontarmi con l’umanità, ad ogni modo, credo, comunque di aver lasciato delle tracce.

ILARIA – Progetti futuri?
RENATO – Lavoro, lavoro e lavoro.

“LA MIA VITA È UN FILM IN TECHNICOLOR”. cit. RENATO CASARO.

“L’ULTIMO UOMO CHE DIPINSE IL CINEMA” è disponibile in streaming su VatiVision. Il film racconta il percorso del celebre illustratore attraverso le parole di grandi professionisti del settore cinematografico italiano e una ricca selezione iconografica di manifesti. 

VatiVision

2022 © RIPRODUZIONE RISERVATA

Questa intervista è stata rilasciata telefonicamente da Renato Casaro alla giornalista pubblicista Ilaria Solazzo. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633).

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